Chiesa

STORIA

Chiesa San Lucia e Oratorio di San Rocco

Chiesa San Lucia e Oratorio di San Rocco

La chiesa del Corpus Domini, vulgo di Santa Lucia, è un edificio religioso settecentesco situato in via Santa Lucia, adiacente alle Piazze del centro storico di Padova, nel territorio della parrocchia di San Nicolò. Condivide il sagrato con la Scuola di San Rocco.
Annoverata tra le più antiche chiese della città, è ricordata in un documento del 964. Citata in altri atti (978, 1130, 1178), nel 1308 diviene parrocchia.

L’antico edificio, probabilmente a navata unica, orientato levante-ponente fu danneggiato da un crollo del campanile nel 1634, che distrusse presbiterio e sacrestia. Agli inizi del Settecento si procedette ad una ricostruzione complessiva e della vecchia chiesa si conservò l’orientamento, se non qualche muratura e la canna del campanile. La ricostruzione si avviò nel 1711 e si protrasse sino al 1730 a causa di alcune controversie nate con i Confratelli della vicina Scuola di San Rocco. Il cantiere seguì il progetto di Sante Benato, discepolo di Girolamo Frigimelica che secondo numerosi critici intervenne direttamente nella stesura progettuale, anche se ciò non sembra essere documentato.

Nella chiesa si trova il sepolcro della famiglia Minello de Bardi, che ebbe in Antonio e Giovanni celebri scultori. Vi è sepolto anche il discepolo ed amico del Petrarca, Lombardo della Seta e Giovannantonio Volpi personaggio di primo piano nel panorama culturale patavino del Settecento, il quale ha curato centinaia di edizioni stampate nella tipografia da lui stesso fondata e affidata al libraio Giuseppe Comino.
Attualmente è una Rettoria, sede liturgica dell’Opera Diocesana per l’Adorazione Perpetua, nella quale hanno luogo la celebrazione delle S. Messe e l’adorazione eucaristica.

 

Alcune foto storiche della chiesa di Corpus Domini

ARCHITETTURA

img022_La chiesa è pregevole dal punto di vista artistico.
L’esterno presenta una imponente facciata, con monumentale frontone sostenuto da grandi semi colonne e paraste di ordine gigante sulla quale si apre il grande portale con timpano curvilineo. Sulle edicole sono collocate statue settecentesche raffiguranti santi Pietro e Paolo. Sotto, due portali minori.
All’interno l’ampia ed unica navata è armoniosamente incorniciata dalle grandi colonne corinzie e da 12 porte che evocano la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse (Ap 21, 12-13).
Le pareti sono suddivise in settori alternativamente più o meno ampi, di ordine composito, e da semicolonne addossate alle pareti, che poggianp su alte basi di marmo-bronzetto lavorate a buccia di limone. Gli intercolumni minori, in basso, racchiudono dodici porte laterali; mentre gli intercolumni maggiori racchiudono i quattro confessionali e i due altari laterali. Sulle semicolonne, sopra i capitelli, poggia il cornicione. Sul finale stanno tre lunette nella parete destra e tre nella parete sinistra, ognuna delle quali si apre in un finestrone semicircolare.
Le pareti sono decorate in alto da 12 pannelli di Giacomo Ceruti “il pitocchetto” raffiguranti i quattro Evangelisti (San Luca è opera di Giovambattista Tiepolo), i quattro protettori di Padova e i quattro dottori della chiesa latina. Sotto i pannelli, entro piccole nicchie, sono le statue dei 12 Apostoli, opere di Giovanni ed Antonio Bonazza, Giacomo Contiero, Antonio da Verona e Giuseppe Casetti.
Lungo la navata sono presenti pregevoli opere: la Presentazione al tempio di Domenico Campagnola, S. Lucia in preghiera e l’Incredulità di San Tommaso di Alessandro Varotari.
La chiesa ha due altari laterali: a destra quello di Maria SS. Mediatrice di ogni grazia raffigurata in un piccolo quadro opera di G. B. Salvi, delicato pittore del Seicento. A sinistra c’è l’altare del Crocifisso rappresentato da una pregevole scultura in legno policromo opera di Giovanni Bonazza (1654-1736), ottimo artista veneto.
La volta a padiglione, impostata sul cornicione a dentelli finemente modanato, illuminata da finestroni ad arco rialzato e libera da elementi decorativi, conferisce all’ambiente sobria levità, grazie ai tenui effetti di luce sugli spigoli strutturali.
Il pavimento è a riquadri di marmo bianco granulato di Sicilia e rosso-Asiago.
La porta maggiore e le due laterali sono di legno di ciliegio; ai lati dell’entrata stanno due acquasantiere: quella di destra di marmo bianco e quella di sinistra di marmo rosso, ma di diversa fattura.
Il centro del dossale è occupato da una pala marmorea, racchiusa da una cornice sagomata che raffigura “la Chiesa orante e la glorificazione dell’Eucaristia”. E’ un bassorilievo in marmo di Carrara, opera (1959) dello scultore padovano Amleto Sartori (1915-1962).

 

Alcune opere all’interno della chiesa.

L’ORGANO A CANNE

organo a canneNel settecento la chiesa fu dotata di organo callidiano, posto in una ricca cassa sulla cantoria in controfacciata. Lo strumento fu con molta probabilità alterato nei secoli seguenti. Nel 1956 la ditta Malvestio, su commissione del Rettore don Angelo Varotto, ricostruì lo strumento. La parte fonica antica fu utilizzata per comporre parte del I manuale.
Nel 1986-87 è stato restaurato dalla ditta La Callidiana di Casalserugo.
L’ultimo restauro risale al 2011.
L’organo è composto da 1020 canne ed è a trasmissione elettrica.
La mostra è costituita da un’unica cuspide formata da 27 canne del registro di Principale 8′ con bocche a scudo ad andamento contrario.

Ai lati della cassa, vi sono dodici canne del registro di Bordone 8′ del Pedale disposte in due ali simmetriche.
La consolle, posta sul lato sinistro della navata presso l’altare del Crocifisso, ha due tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32.